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Società

I ‘cannabis club’ e la marijuana medicinale

Oggi cercheremo di conoscere un po’ più da vicino il mondo dei cannabis social club, ovvero le associazioni di consumatori di cannabis che ormai si possono trovare facilmente in ogni città del mondo, o quasi. Questo tipo di locali adibiti al consumo della cannabis e dei suoi derivati a scopo terapeutico è catalogato come ‘organizzazione non governamentale’, e cammina per ora sul filo della legalità, ma non è escluso che ci saranno presto nuove decisioni e decreti che regolarizzeranno o proibiranno definitivamente questo tipo di attività.

La quasi totalità delle persone esistenti sulla faccia della terra ormai si è informata e sa bene cos’è la marijuana e quali sono i suoi effetti sull’essere umano, come sa bene anche che se finora il governo non ha ancora deciso come comportarsi con le associazioni di produttori di marijuana, questo può significare solo una cosa, che probabilmente non hanno ancora stabilito quanto vorranno lucrare su questa faccenda.

Al limite della legalità

Stando al modello di statuto che queste associazioni devono presentare per poter aprire al pubblico, oltre ovviamente a tutta una serie di incartamenti da dover produrre, il loro scopo primario è quello di diffondere l’utilizzo della cannabis e dei suoi derivati a scopo ricreativo e medico, una definizione abbastanza ‘larga’ se così si può dire, che lascia molto spazio alla libera interpretazione.
Ci vuole poco infatti ad oltrepassare la sottile linea della legalità, e bisogna che tutti facciano molta attenzione sotto questo aspetto, sia le associazioni che i clienti.

L’associazione deve compiere una serie di diktat per salvaguardare la sua legalità, ed il cliente deve sapere bene come comportarsi all’interno ed all’esterno di un cannabis social club; d’altra parte, non è poi così difficile capire che cosa potrebbe essere illegale e che cosa invece no, perché è ovvio che se un socio entra e compra della marijuana, poi esce dal club e la va a rivendere…non ha capito nulla né lui, né l’associazione che gli ha permesso di affiliarsi. Stando alla legge, il socio dovrebbe consumare ciò che compra all’interno stesso del club, in una apposita area ludica e di relax di cui quasi ogni club è dotato; quasi sempre non è così, e si tollera alla fine che il socio ‘trasporti’ l’erba appena acquistata direttamente a casa sua, ma non può tenerla addosso mentre se va a zonzo per la città.

Cosa bisogna sapere prima di entrare in un ‘cannabis club’

C’è una tessera da richiedere, una approvazione dell’assemblea dei soci, ed una ratificazione dell’avvenuta affiliazione al nuovo socio, il tutto in cambio di una quota associativa annuale che generalmente va dai 20 ai 30€; il nuovo socio deve essere presentato da qualcuno che sia già membro del club e che garantisca per lui, firmare lo statuto, ed attenersi al regolamento interno che gli verrà opportunamente consegnato in copia al momento dell’affiliazione.

Il club è sempre fornitissimo di prodotti e derivati della cannabis, e si ha generalmente una ampia possibilità di scelta tra le più comuni qualità di marijuana indica e sativa esistenti al mondo; il socio trova all’interno del club una sorta di bacheca dove sono esposti i cogogli pronti per essere ‘fumati’, e può scegliere liberamente cosa ‘assaggiare’. Mediamente, il prezzo si aggira tra gli 8 ed i 10 euro al grammo, ed ogni socio può consumare fino ad un massimo di 90/100 grammi mensili.

Quali sono le proprietà farmacologiche della marijuana?

Il consumo di sostanze cannabiche non produce lo stesso effetto su tutte le persone, ma esso può variare a seconda di diversi fattori come ad esempio lo stato psicofisico nel quale si trova il consumatore prima di assumerle, l’eventuale contemporanea assunzione di altre sostanze come l’alcool, o anche dalla quantità di principio attivo, cioè di THC (delta9 tetraidrocannabinolo), presente nella marijuana che sta fumando.

In alcune specie di marijuana inoltre, può succedere che i valori del THC siano inferiori rispetto a quelli del CBD (cannabidiolo), e sono proprio questi i casi in cui ci si trova davanti ad una specie di pianta cosiddetta ‘medicinale’, ovvero non invasiva, e con principi attivi benefici per il corpo e la mente umana; alcune specie di marijuana posseggono proprietà medicinali che producono effetti rilassanti, distensivi contro ansia e panico, fungono da antiossidanti, antinfiammatori, antidistonici, anticonvulsivi, antipiretici, antimicotici…insomma, lunga vita alla marijuana ed alle sue benefiche proprietà.

La marijuana terapeutica

A parte il fatto che anche la storia ci insegna che l’uso della canapa indiana risale ad epoche molto lontane, e che moltissime antiche civiltà e popolazioni ne facevano regolarmente vari tipi di utilizzo, non si può non riconoscere che ci si trova davanti ad una pianta davvero miracolosa; sono tantissimi infatti i risultati di studi e ricerche, recenti e non, da cui si evince che la marijuana fa bene sia alla mente che al corpo di un essere umano, e chi cerca di gettare fango su queste verità è soltanto uno stupido disinformato.

Scegliendo la ‘specie’ giusta di pianta medicinale con cui curarsi, ovvero quella che presenta maggiori qualità terapeutiche avendo il CBD alto, è possibile ottenere effetti benefici come: sensazione di rilassamento e benessere totale, euforia, amplificazione delle percezioni, vasodilatazione, riduzione della pressione sanguigna, aumento dell’appetito, e non è un caso che alcuni ospedali stiano già commissionandola anche per inserirla in un programma terapeutico contro epilessia, anoressia, sclerosi multipla, morbo di Parkinson, morbo di Huntington, malattia di Alzheimer, e tutta una serie di altre patologie importanti.